
PDRN (Polydeoxyribonucleotide) la nuova tendenza, ma di cosa si tratta?
PDRN nei cosmetici: il “filo di DNA” che accarezza la pelle senza promettere miracoli
Hai presente quando senti parlare di un attivo nuovo e ti chiedi: «Sarà l’ennesima moda passeggera o qualcosa di serio?»
Con il PDRN (Polydeoxyribonucleotide) vale la pena fermarsi un momento e capire perché tanti laboratori di skincare lo stanno infilando in sieri, creme e maschere di ultima generazione.
Un pizzico di biologia…
Il PDRN è un insieme di microscopici frammenti di DNA marino, estratti (di solito) dal salmone e purificati fino a liberarlo quasi del tutto da proteine e impurità. Immagina dei piccoli “frammenti” di codice genetico: troppo corti per trasportare informazioni ereditabili, ma perfetti per essere “riciclati” dalle cellule della pelle quando servono energie fresche per ripararsi.
Il motivo per cui questo ingrediente ha guadagnato popolarità è semplice: la pelle è un organo che vive di continuo rinnovamento. Ogni volta che ci esponiamo al sole, allo smog o semplicemente invecchiamo, i cheratinociti e i fibroblasti devono lavorare sodo per tenere la superficie compatta e luminosa. Fornire loro nucleotidi “già pronti” può agevolare il naturale turnover cutaneo.
Cosa fa – e soprattutto cosa non fa – dentro una crema
il PDRN può:
- favorire la sintesi di collagene ed elastina (quei due “trampolini” che danno tono e rimbalzo al tessuto);
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lenire i rossori grazie a un’azione modulante sui recettori A2A dell’adenosina;
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migliorare l’idratazione perché trattiene acqua e richiama fattori di crescita fisiologici.
Attenzione, però: un cosmetico non è un dispositivo medico né un farmaco. Le formulazioni a base di PDRN possono sostenere la fisiologia cutanea, ma non “cancellano” rughe o cicatrici come per magia. Chi redige le etichette in Europa deve attenersi al Regolamento (CE) 1223/2009: niente claim curativi, solo benefici cosmetici come “pelle dall’aspetto più elastico” o “sensazione di idratazione prolungata”.
Come trovarlo (e usarlo) senza farsi travolgere dal marketing
- Leggi l’INCI: il PDRN compare quasi sempre in fondo all’elenco perché basta in piccole quantità. Se spunta tra i primi posti, probabilmente si tratta di un siero concentrato. In questo blog abbiamo spiegato come leggere la lista degli ingredienti.
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Guarda la famiglia di attivi: è spesso accompagnato da peptidi, acido ialuronico, niacinamide. È una buona notizia: lavori su più fronti.
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Routine compatibile: applicalo su pelle detersa, poi sigilla con una crema ricca di ceramidi o con il tuo solare se è mattina.
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Pazienza zen: la rigenerazione epidermica impiega 3–4 settimane; alcuni utenti riferiscono un “glow” più rapido, ma abituati a un orizzonte di almeno un mese.
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Patch test sempre: anche gli ingredienti gentili possono dare fastidio a pelli sensibilizzate; prova sul polso 24 ore prima di stenderlo in viso.
A chi può tornare utile?
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Pelli spente o stressate da giornate passate tra condizionatori e monitor: il PDRN può aiutare a ritrovare un colorito più uniforme.
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Over-30 che iniziano a notare linee sottili intorno agli occhi: non le cancella, ma supporta l’elasticità.
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Post-esposizione solare (sempre con SPF, mi raccomando!): può lenire i microrossori dopo una giornata in spiaggia o in montagna.
Chi soffre di allergia al pesce, invece, farebbe bene a consultare il dermatologo prima di inserire un prodotto PDRN nella propria routine: le formule cosmetiche sono altamente purificate, ma la prudenza non guasta.
Il mio parere da farmacista (e utilizzatrice curiosa)
Dopo un mese di prova con un siero a base di PDRN, quello che ho notato non è stato un “lift istantaneo”, bensì una qualità di pelle più uniforme: meno zone aride ai lati del naso, incarnato leggermente più luminoso al mattino. È un risultato sottile, ma reale.
Funziona come un allenamento costante: micro-miglioramenti che sommano nel tempo. Per chi vive di selfie quotidiani, la tentazione di pretendere effetti Photoshop è forte, ma la cura cutanea non funziona a colpi di bacchetta magica — tanto meno se parliamo di un cosmetico che deve rispettare, giustamente, limiti normativi precisi. Ovviamente io assumo ogni giorno una compressa di Refillest® la quale fornisce acido ialuronico a basso peso molecolare, collagene marino idrolizzato e vitamina C.
In conclusione
Il PDRN è l’esempio perfetto di come la ricerca cosmetica sappia prendere in prestito idee dalla biologia e trasformarle in gesti quotidiani — una pipetta di siero, una noce di crema — senza sconfinare in promesse impossibili. Se ti incuriosisce, provalo con regolarità, affiancandolo a una routine equilibrata e a quell’SPF che non deve mai mancare.
Ricorda: la vera differenza la fa la costanza, non il singolo ingrediente miracoloso. E se ti va, torna qui a raccontarmi come è andata: la bellezza si fa insieme, una micro-goccia di DNA alla volta.
Dott.ssa Bartolucci Elisa
DISCALIMER: Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a scopo informativo generale e non costituiscono consulenza medica, diagnostica o trattamento personalizzato. Prima di iniziare una nuova routine di skincare o di utilizzare prodotti indicati, è sempre consigliabile consultare un dermatologo o un professionista sanitario qualificato, soprattutto se si soffre di condizioni cutanee particolari o allergie. L’autore e il sito non sono responsabili per eventuali reazioni avverse o risultati non desiderati derivanti dall’uso delle informazioni qui presenti.